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Paraluppi: “Bisogna occuparsi di lavoro, salute e famiglie: partiamo dalle politiche attive”

La campagna elettorale è quasi al termine. L’impegno sui territori dei coordinatori provinciali della lista Letizia Moratti Presidente è stato incessante e continuerà ad esserlo fino all’ultimo. Come per la bresciana Marina Paraluppi, che in un’intervista al Giornale di Brescia a firma di Nuri Fatolahzadeh ha parlato dei suoi sogni per la Lombardia. Riportiamo l’articolo integrale:
«Bisogna occuparsi di lavoro, salute e famiglie: partiamo dalle politiche attive»
Le sue due caratteristiche più lampanti sono il sorriso e l’accoglienza. Di lei dice: «Credo molto nelle donne e desidero mettere in luce la capacità femminile di ammorbidire i contrasti e di mitigare gli animi arrivando al risultato senza scontri esacerbati o fratture irrimediabili». Marina Paraluppi è la capolista bresciana della rosa di candidati per Letizia Moratti presidente e all’ex vicepresidente della Lombardia si è avvicinata l’estate scorsa, conquistata «dal suo sguardo liberale e riformista».

Come nasce la sua candidatura?
Sono madre di tre figli intorno ai 20 anni e desidero per loro un futuro prospero che non può realizzarsi se non miglioriamo la situazione economica, sanitaria, lavorativa, ambientale, dei trasporti e della sicurezza della Lombardia. Ho sempre svolto attività grazie alle quali ho potuto seguire la propensione di mettermi al servizio: insegno inglese a scuola, sono anche insegnante di sostegno e realizzo quotidianamente cosa possa essere d’aiuto ai ragazzi in difficoltà e la sera insegno fitness. Credo di poter migliorare la situazione di Brescia e della Regione facendo ciò che ho già fatto nel mio piccolo: prendendomi cura dei cittadini.

Di quali problemi si farà portavoce?
Il mio obiettivo ha un solo nome: Brescia. Vorrei aiutare le famiglie perché sono il motore da cui tutto prende il via. Se lo stipendio di una coppia fosse adeguato, potrebbe sostenere i figli senza privarsi di ogni gioia e potrebbe essere lo sprint dell’economia portandola a funzionare al meglio dando il giusto tributo ad ogni ingranaggio: turismo, commercio, cultura. Utilizzerò i fondi del Pnrr per far crescere professionalmente i giovani, evitando che i loro preziosi cervelli migrino altrove. La formazione scolastica ed universitaria e la relazione con le aziende saranno di mio prioritario interesse. Farò appello alla mia forza per difendere l’agricoltura, fonte di sostentamento indiscutibile per la nostra provincia, mi impegnerò per migliorare la sanità anche con lo sport, catalizzatore di cura della salute. Infine sarò vicina alle piccole-medie imprese che devono guardare all’ambiente.
Uno sguardo al presente e uno al futuro come fa un buon genitore ed un buon amministratore.

Quali le priorità per Brescia?
I posti di lavoro: bisogna evitare che i fondi del Pnrr rimangano inutilizzati per questioni scioccamente burocratiche. In Lombardia ci sono province che hanno messo in cantiere percorsi di politiche attive per il 70,7% dei disoccupati, a Brescia siamo al 22,5%, percentuale più bassa anche della media regionale che è del 38%. Non accetto che la nostra città possa essere un fanalino di coda: il lavoro c’è, serve qualcuno che snellisca la burocrazia e renda accessibili i bandi di concorso. Si deve ripartire da due priorità: sanità e trasporti. Intervenire sulle liste d’attesa per ridurre i tempi di attesa di visite, interventi e stazionamento al pronto soccorso, dare il giusto riconoscimento a medici di medicina generale, tecnici e personale delle professioni sanitarie. In sostanza: accorgersi delle persone e non considerarle solo operatori, migliorare le loro condizioni per migliorare i servizi. Pensare alla qualità della vita è quanto di più onorevole possa fare un politico oggi.

Un progetto su cui si impegnerà in prima persona se sarà eletta?
Cura e cultura della salute. L’esercizio fisico andrebbe inteso come cura e come prevenzione di molte malattie croniche: diabete, ipertensione, cardiopatie per citare le più diffuse che costano alla Regione circa 3,5 miliardi di euro l’anno.

Perché si dovrebbe votare Moratti, vice di Fontana fino a poco fa?
Moratti è arrivata in Regione durante il Covid, come tecnico, per risolvere un momento di estrema crisi: ha avviato una campagna vaccinale massiva che ha permesso alla Lombardia di rimanere operativa, salvando buona parte delle imprese, ha messo in sicurezza le Rsa e ha iniziato il lavoro sulle liste d’attesa. Poi il governo di destra-centro ha proposto di riammettere i medici no-vax: con coerenza ha preso le distanze e scelto di percorrere la propria strada mettendo al servizio dei lombardi la sua esperienza.

Se non arriverete primi, con chi farete asse in Consiglio regionale?
Saranno le idee ed i progetti a fare asse. Non ho pregiudizi, ma voglio riavvicinare la politica ai cittadini.

A quale risultato puntate?
Sono un’agonista doc. Non potrei scendere in campo se non fossi certa della possibilità di agguantare il risultato.