I 14 mila voti di Moratti a Monza dimostrano che c’è voglia di moderazione

Martina Sassoli è una delle 22 donne elette nel nuovo consiglio regionale. Con 502 preferenze l’ex assessore monzese porterà in Regione Lombardia la voce della lista Letizia Moratti Presidente insieme agli altri tre candidati eletti Ivan Rota, Manfredi Palmeri e Luca Ferrazzi. Le sue prime parole da consigliere regionale sono di grande soddisfazione per il lavoro svolto in campagna elettorale. “Non è facile spiegare un progetto politico in due mesi – riflette la Sassoli su Il Cittadino MB – ma gli oltre 14.000 voti ottenuti dalla Lista Moratti nella nostra circoscrizione dimostrano che c’è voglia di moderazione. Ora dai banchi dell’opposizione cercherò di rappresentare tutta la Brianza”.

Paraluppi: “Bisogna occuparsi di lavoro, salute e famiglie: partiamo dalle politiche attive”

La campagna elettorale è quasi al termine. L’impegno sui territori dei coordinatori provinciali della lista Letizia Moratti Presidente è stato incessante e continuerà ad esserlo fino all’ultimo. Come per la bresciana Marina Paraluppi, che in un’intervista al Giornale di Brescia a firma di Nuri Fatolahzadeh ha parlato dei suoi sogni per la Lombardia. Riportiamo l’articolo integrale:
«Bisogna occuparsi di lavoro, salute e famiglie: partiamo dalle politiche attive»
Le sue due caratteristiche più lampanti sono il sorriso e l’accoglienza. Di lei dice: «Credo molto nelle donne e desidero mettere in luce la capacità femminile di ammorbidire i contrasti e di mitigare gli animi arrivando al risultato senza scontri esacerbati o fratture irrimediabili». Marina Paraluppi è la capolista bresciana della rosa di candidati per Letizia Moratti presidente e all’ex vicepresidente della Lombardia si è avvicinata l’estate scorsa, conquistata «dal suo sguardo liberale e riformista».

Come nasce la sua candidatura?
Sono madre di tre figli intorno ai 20 anni e desidero per loro un futuro prospero che non può realizzarsi se non miglioriamo la situazione economica, sanitaria, lavorativa, ambientale, dei trasporti e della sicurezza della Lombardia. Ho sempre svolto attività grazie alle quali ho potuto seguire la propensione di mettermi al servizio: insegno inglese a scuola, sono anche insegnante di sostegno e realizzo quotidianamente cosa possa essere d’aiuto ai ragazzi in difficoltà e la sera insegno fitness. Credo di poter migliorare la situazione di Brescia e della Regione facendo ciò che ho già fatto nel mio piccolo: prendendomi cura dei cittadini.

Di quali problemi si farà portavoce?
Il mio obiettivo ha un solo nome: Brescia. Vorrei aiutare le famiglie perché sono il motore da cui tutto prende il via. Se lo stipendio di una coppia fosse adeguato, potrebbe sostenere i figli senza privarsi di ogni gioia e potrebbe essere lo sprint dell’economia portandola a funzionare al meglio dando il giusto tributo ad ogni ingranaggio: turismo, commercio, cultura. Utilizzerò i fondi del Pnrr per far crescere professionalmente i giovani, evitando che i loro preziosi cervelli migrino altrove. La formazione scolastica ed universitaria e la relazione con le aziende saranno di mio prioritario interesse. Farò appello alla mia forza per difendere l’agricoltura, fonte di sostentamento indiscutibile per la nostra provincia, mi impegnerò per migliorare la sanità anche con lo sport, catalizzatore di cura della salute. Infine sarò vicina alle piccole-medie imprese che devono guardare all’ambiente.
Uno sguardo al presente e uno al futuro come fa un buon genitore ed un buon amministratore.

Quali le priorità per Brescia?
I posti di lavoro: bisogna evitare che i fondi del Pnrr rimangano inutilizzati per questioni scioccamente burocratiche. In Lombardia ci sono province che hanno messo in cantiere percorsi di politiche attive per il 70,7% dei disoccupati, a Brescia siamo al 22,5%, percentuale più bassa anche della media regionale che è del 38%. Non accetto che la nostra città possa essere un fanalino di coda: il lavoro c’è, serve qualcuno che snellisca la burocrazia e renda accessibili i bandi di concorso. Si deve ripartire da due priorità: sanità e trasporti. Intervenire sulle liste d’attesa per ridurre i tempi di attesa di visite, interventi e stazionamento al pronto soccorso, dare il giusto riconoscimento a medici di medicina generale, tecnici e personale delle professioni sanitarie. In sostanza: accorgersi delle persone e non considerarle solo operatori, migliorare le loro condizioni per migliorare i servizi. Pensare alla qualità della vita è quanto di più onorevole possa fare un politico oggi.

Un progetto su cui si impegnerà in prima persona se sarà eletta?
Cura e cultura della salute. L’esercizio fisico andrebbe inteso come cura e come prevenzione di molte malattie croniche: diabete, ipertensione, cardiopatie per citare le più diffuse che costano alla Regione circa 3,5 miliardi di euro l’anno.

Perché si dovrebbe votare Moratti, vice di Fontana fino a poco fa?
Moratti è arrivata in Regione durante il Covid, come tecnico, per risolvere un momento di estrema crisi: ha avviato una campagna vaccinale massiva che ha permesso alla Lombardia di rimanere operativa, salvando buona parte delle imprese, ha messo in sicurezza le Rsa e ha iniziato il lavoro sulle liste d’attesa. Poi il governo di destra-centro ha proposto di riammettere i medici no-vax: con coerenza ha preso le distanze e scelto di percorrere la propria strada mettendo al servizio dei lombardi la sua esperienza.

Se non arriverete primi, con chi farete asse in Consiglio regionale?
Saranno le idee ed i progetti a fare asse. Non ho pregiudizi, ma voglio riavvicinare la politica ai cittadini.

A quale risultato puntate?
Sono un’agonista doc. Non potrei scendere in campo se non fossi certa della possibilità di agguantare il risultato.

Il nostro programma è online! Chiaro, concreto, completo: scoprilo sul sito

Votare in maniera convinta è importante. Ma per farlo è fondamentale essere informati e conoscere le idee che ci vengono proposte. L’appuntamento alle urne per l’elezione del nuovo Presidente della Regione Lombardia e dei membri del nuovo Consiglio regionale del prossimo 12 e 13 febbraio è ormai vicino. In questi mesi la lista civica Letizia Moratti Presidente ha lavorato per mettere a punto un programma chiaro, concreto e completo per una Lombardia migliore e ora vogliamo condividerlo con tutti i lombardi. Lo abbiamo sintetizzato in 11 punti individuando le nostre priorità: salute, sicurezza e lavoro. Ma non abbiamo dimenticato nessuno degli aspetti della vita dei nostri concittadini. Abbiamo affrontato la formazione e l’istruzione, l’energia e l’ambiente, le infrastrutture, le politiche sociali, i giovani, la cultura, lo sport, il turismo. E ancora l’agricoltura, la ricerca e l’innovazione, l’Europa, il Pnrr e l’autonomia. Il programma è online sul nostro sito www.lombardiamigliore.it. Vieni a scoprirlo nella sezione “Programma”.

Pavia è il fanalino di coda in Lombardia. Vogliamo essere ascoltati

Sono Fabrizio Giannelli, ho 65 anni, faccio l’assicuratore e vivo a Mortara, in provincia di Pavia, dove per 25 anni ho fatto parte del consiglio comunale.

Sono innamorato del mio territorio, che è stato devastato dalla cattiva politica degli ultimi trent’anni. Gli unici rimasti a combattere per fare qualcosa di buono sono i sindaci dei piccoli comuni. Ho una visione completa del territorio pavese. Sono stato membro di giunta della Camera di Commercio in rappresentanza di Ascom. La provincia di Pavia, di tutte le province lombarde, è il fanalino di coda. Tutti i numeri lo sentenziano. Abbiamo bisogno di essere considerati. Produciamo riso, siamo il distretto più importante nel settore, ma soprattutto per quanto riguarda infrastrutture e sanità, che sono proprio i punti di forza del programma di Letizia Moratti, abbiamo bisogno. Se non facciamo ora qualcosa diventeremo paesi dormitorio. Bisogna che la provincia di Pavia, e la Lomellina, vengano prese in considerazione. A noi basta poco per migliorare, possiamo fare cose splendide, ma siamo tagliati fuori dal mondo.

Ho avuto il piacere di incontrare Letizia Moratti nel suo tour qui in Lomellina e di farle alcune domande. Ho scoperto che è innamorata della sua regione, ci tiene tantissimo e vuole costruirci un progetto serio. È una delle poche figure politiche che non ha interesse ad emergere con la politica. Il suo è un nome che non ha bisogno di queste cose e infatti ha deciso di mettersi a disposizione per la Lombardia. Ha fatto l’assessore in un momento delicato, con la pandemia, da cui dipendevano la vita e la morte delle persone. È stata una scelta importante. Ed è una figura conosciuta, disponibile e trasparente. Ha tutte le caratteristiche per essere votata. Tutto questo mi ha convinto a credere nel suo progetto.

Moratti fa una proposta seria con persone serie. Sono convinto di questo progetto. Sono un liberale, cattolico, e ho sempre rappresentato il centro nella mia vita: qui si esce dalla logica dei partiti, perché la lista Moratti è una lista nuova e che in poco ha raggiunto quasi il 30%. Significa che c’è qualcosa di buono. Mi auguro che le persone vadano a votare e se non hanno trovato nei partiti una proposta valida facciano una riflessione seria sul progetto di Letizia Moratti. Perché votare è democrazia e libertà.

I trasporti in provincia sono inaffidabili. Servono capillarità e accessibilità

Mi chiamo Alessandro Pizzamiglio, ho 19 anni, vivo a Offlaga in provincia di Brescia e sono uno studente universitario. Non mi ero mai affacciato al mondo della politica ma quando ho conosciuto il progetto di Letizia Moratti mi sono appassionato subito e ho deciso di dare una mano. Mi ha convinto il fatto che il suo progetto voleva valorizzare le mie capacità e la mia persona. Collaborare mi dà un senso di responsabilità nei confronti degli altri, ma ho capito che il mio operato può anche contare nel risultato finale.

Sono al primo anno di Giurisprudenza a Brescia. Da universitario posso dire che il nostro problema maggiore è il diritto allo studio. Molti miei compagni sono costretti a far combaciare gli orari dell’Università con quelli del lavoro e non possono dedicarsi completamente allo studio. Frequentare ha dei costi e non tutti possono permetterselo.

Vado in università con la metropolitana, che fortunatamente a Brescia funziona bene, ma alle superiori ero costretto a prendere il pullman e il servizio è sempre stato un problema, era inaffidabile e con orari disorganizzati. A volte c’erano pullman ogni ora e mezza e alcune fasce non erano coperte. Organizzarsi era sempre un impegno. Il servizio pubblico ha bisogno di più capillarità, soprattutto nei piccoli paesini dove in questi anni non c’è stato un gran miglioramento, e di più accessibilità: spesso trovare orari e fermate è difficile, anche su internet.

Ho perso mio padre per Covid e l’ho visto, con Moratti la sanità è migliorata

Mi chiamo Eliseo Sanfelice, ho 59 anni, vivo a Gallarate e lavoro in un’azienda chimica.

Ho perso mio padre per Covid e ho avuto a che fare con la sanità lombarda. È evidente che ci siano stati dei problemi durante la gestione dell’assessore Gallera, ma quando è arrivata Letizia Moratti c’è stato un netto miglioramento. Mi è piaciuto come ha saputo indirizzare la barca nel momento del suo arrivo in Regione. Ha un piglio manageriale e sentendola parlare si capisce che sulla sanità ha le idee chiare. Penso che in una regione che è sempre stata al top, anche in Europa, un tracollo simile non sia ammissibile. Fontana, forse anche per colpa dell’assessore precedente, è stato deludente. E Majorino non ha idee, ripete slogan sentiti mille volte. Moratti invece è chiara, mi trasmette sicurezza.

Di Moratti mi piace anche l’impegno sociale con San Patrignano. Per me è il primo approccio a un movimento di centro, concettualmente sono più vicino alla sinistra, ma da quello che ho visto finora posso dire che Moratti conosce davvero i problemi. E poi supera i colori politici, non sceglie persone a casaccio ma sa attorniarsi di gente valida. È una donna con la schiena dritta e già arrivata che per questo, sono sicuro, si è messa in campo solo per il bene dei lombardi.

“Comunicare con Regione per i comuni è drammatico. Serve un canale diretto”

Mi chiamo Gianpietro Schiffo, ho 51 anni e vivo a Travedona Monate, un comune nella provincia di Varese dove sono anche assessore. Nella vita sono un tecnico commerciale, lavoro con il settore socio-sanitario e mi occupo di forniture. Da Letizia Moratti mi aspetto proprio una seria riforma della sanità. Le case di riposo e soprattutto gli ospedali ne hanno bisogno, sono al collasso. Molti amici medici me lo confermano e posso testimoniarlo avendo una madre con disabilità. Da Regione di punta siamo diventati il fanalino di coda.

Mi auguro anche che ci siano più aiuti e attenzioni verso le partite Iva. Faccio parte degli agenti di commercio, una categoria spesso associata ai grandi imprenditori ma di fatto dimenticata.

Di Letizia Moratti mi ha convinto la filosofia di pensiero, la stessa che ho adottato io. Ho fatto parte per 10 anni di una giunta di centrodestra che ad un certo punto ha fatto scelte in cui non mi rispecchiavo più e ho dato le dimissioni. Invece credo in Moratti perché vuole costruire una vera lista democratica in cui vengono premiate le idee e non le logiche di partito. La Lombardia ha bisogno di un progetto di questa caratura, e Moratti è una serissima professionista, i risultati si sono visti quando è stata chiamata in Regione.

Come amministratore vorrei che i comuni avessero più rapporti diretti con la Regione, che venisse aperto un canale diretto di comunicazione. Anche i comuni sono a rischio collasso, specialmente quelli piccoli. Abbiamo grandi difficoltà e comunicare con la Regione oggi è davvero drammatico. Ho provato a farmi ricevere due volte da consiglieri e assessori per un grave problema nel mio comune e non è cambiato nulla.

Favoriamo il trasporto pubblico elettrico per far vivere le piccole città

Mi chiamo Paola Corradi, ho 60 anni e vivo a Rho. Sono laureata in Fisica ambientale e sono stata Contract Manager in una multinazionale. Nella vita sono anche presidente di una piccola associazione che si occupa di promuovere l’utilizzo delle telecomunicazioni in tutti i settori professionali e in particolare la telemedicina.

Ma soprattutto sono un’esperta ambientale. In quanto tale, pensando alla Lombardia credo che sarà difficile togliere l’inquinamento dalla pianura padana. Per questo penso sia fondamentale aumentare il traffico pubblico elettrico per ridurre l’inquinamento dei centri cittadini. Ormai è un must. Bisogna aumentare il trasporto di piccola dimensione: servono corse più frequenti con mezzi più piccoli, ma sul trasporto pubblico. Perché, ad esempio, l’utilizzo dei monopattini elettrici è positivo, ma sono molto usati solo da un certo tipo di popolazione. E poi i centri cittadini, come quello di Rho, hanno negozi che subiscono la concorrenza sleale dei centri commerciali. Una città è viva se ha un centro che vive. Servono piccole navette elettriche che facciano la spola, anche il sabato e la domenica, verso il centro delle città. È un investimento per non farle morire.

Anche la telemedicina, se fatta bene, permette di abbattere i costi legati ai trasporti e l’inquinamento. Così come lo smart working. È vero, può creare dei problemi, ma quando possibile bisogna favorirlo. Ormai ci sono mezzi per controllare che la gente lavori, perciò bisogna cambiare mentalità e imparare a lavorare per obiettivi, come fanno gli americani, e non per quantità.

Di Letizia Moratti mi ha colpito la valenza internazionale. Ritengo che a differenza degli altri candidati non ci sia confronto su questo aspetto: ha un curriculum più all’altezza della situazione. E visto che Regione Lombardia ha anche un PIL maggiore di altri stati europei deve continuare a operare come ha fatto con Expo e ad avere una valenza internazionale per le proprie aziende. Bisogna esportare all’estero, avere buoni rapporti con i paesi europei e non solo.

Curiazzi, campionessa di marcia, con Moratti: “Il suo civismo mi ha convinto”

Mi chiamo Federica Curiazzi, ho 30 anni, abito a Bergamo ma sono originaria di Barzana, un comune della bergamasca dove ricopro il ruolo di consigliera comunale. Sono laureata in Lettere e di lavoro faccio l’insegnante d’italiano alla scuola secondaria di secondo grado. Il mio secondo lavoro – anche se è soprattutto una passione – è lo sport. Sono un’atleta dell’Atletica Bergamo 1959 infatti e sono campionessa italiana di marcia. Dal 2008 rappresento la nazionale nella mia disciplina.

Ho una forte passione civica e da insegnante di storia sono appassionata di res publica: ricordate che viviamo nel Paese con il Senato più antico del mondo!

Nel 2014 sono stata coinvolta in amministrazione comunale a Barzana. Ho sempre vissuto questa esperienza più come un impegno civico e civile che politico, e vedere che Letizia Moratti ha aperto a questo spirito di civismo mi ha convinta a condividere il suo progetto.

Da Letizia Moratti mi aspetto un’attenzione maggiore al mondo dei giovani, della scuola e dell’istruzione, ma soprattutto al tema dell’educazione, che è la vera base del cittadino del futuro. E in questo periodo in cui la nostra Regione si appresta a diventare terra olimpica con Milano-Cortina 2026 vorrei venisse trasmesso il messaggio che la cultura non è solo libraria ma anche sportiva.

Voglio dare anch’io il mio contributo per una Lombardia migliore nei settori che conosco meglio, la scuola e lo sport. Voglio occuparmi proprio dell’importanza del rapporto tra sport e scuola ma anche dell’insegnamento fin dalla scuola primaria dell’educazione fisica attraverso una figura specializzata e infine migliorare l’impiantistica e le strutture sportive, affinché non siano più solo a uso degli atleti ma anche degli studenti.

Rivalutiamo i rapporti tra sanità pubblica e privata per un lavoro comune

Sono Davide Nasuelli. Ho 52 anni, vivo a Rho e sono un medico ospedaliero.

Essendo da anni esponente di una lista civica locale ho considerato da subito interessante la candidatura di Letizia Moratti con una propria lista sganciata dai partiti e da quelli che sono i vincoli che i partiti tradizionali possono portarsi dietro. Moratti è una persona libera.

Da medico so quanto la sanità pubblica è in sofferenza. Quella lombarda è eccellente, ma ha bisogno di un rinforzo soprattutto per quanto riguarda il personale, sia medico che infermieristico. Si tratta di una partita che la Regione non può giocare da sola: la questione del capitale umano ad esempio dipende anche dal Ministero, perché se non si laureano abbastanza medici non possiamo coprire i posti vacanti. Ma sicuramente serve una rivalutazione dei rapporti tra sanità pubblica e privata, e confido nella capacità manageriale della dottoressa Moratti, che ha già saputo gestire il comune di Milano, il grande evento di Expo e la sanità lombarda durante la pandemia.

La prima cosa che mi aspetto da Moratti Presidente è che convochi i manager della sanità pubblica e privata per ridisegnare i servizi che queste possono fornire, affinché si faccia un lavoro comune ma con le stesse opportunità, avendo lo stesso punto di partenza.